Prepararsi a un viaggio in tempo di pandemia

Gioie e dolori dell’organizzazione di un viaggio nella nuova era, tra regole da seguire, l’incertezza di partire e l’emozione di tornare a pianificare.

Mi ritrovo a dover organizzare un viaggio di lavoro in uno di quei Paesi elencati sotto la lettera E dell’ultimo DPCM e realizzo di aver lasciato nel 2019 quella leggerezza e quel coraggio di osare con i quali ero solita prepararmi a una nuova partenza.

La pandemia si è portata via anche la poesia del pianificare, mi dico.

Apro il portatile e mi appare l’immagine profetica di un aereo che decolla, sullo sfondo un tramonto.
Mi tornano alla mente quei momenti magici in cui, scendendo dalla scaletta dell’aereo, ho sentito sulla pelle l’afa pesante di un paese tropicale o l’aria pungente del nord del mondo, dentro ad uno scenario completamente nuovo tutto da esplorare e da scoprire, circondata da volti e parole che non mi erano familiari ma che, prima del rientro a casa, lo sarebbero diventati.

Con un briciolo di entusiasmo e un leggero friccico nel cuore, prendo carta e penna e scrivo i passi da fare.

Il primo è già spuntato. Dopo una settimana a rimuginare sulla decisione da prendere, non ho più alcun dubbio: parto!

Già, perché il terrorismo mediatico ha il potere di insinuare dentro di noi paure limitanti che non ci fanno scegliere con lucidità. Così spengo la radio dalla quale, ogni ora, una voce inquietante mi ricorda che “la fine del mondo si avvicina” e decido di affidarmi ai dati scientifici che ad oggi sono inaspettatamente incoraggianti e mi fanno pensare che dall’altra parte del mondo troverò la mia stessa quotidianità fatta di mascherine e gel igienizzanti, restrizioni, precauzioni e distanziamento sociale ma sarò all’ombra di una palma e non tra le pareti di casa.

Bene, passo al secondo punto: il ginepraio.

Se nell’era ante pandemia poteva sembrare complesso dover produrre tutti i documenti di viaggio necessari per non restare bloccati alla frontiera, ai giorni nostri districarsi tra le mille regole in continuo aggiornamento sembra una missione impossibile.
Decido di non scoraggiarmi e mi tuffo nel fantastico mondo di Viaggiare Sicuri, diventato ormai la bibbia di operatori di settore e viaggiatori.

Rispolvero le nozioni imparate al corso base di project management e organizzo la ricerca dividendola in due temi e tre macro aree: documenti di viaggio e test antigenici (i temi) per uscire dall’Italia, entrare nel Paese di destinazione, transitare in un terzo Paese (le macro aree).

Mi pervade un profondo senso di gratitudine per il professore di matematica delle scuole superiori: solo ricorrendo a equazioni e calcolo delle probabilità è possibile far combaciare tempi di produzione dei test e di ottenimento dei visti, transiti consentiti e periodi di isolamento fiduciario con date di partenza e di ritorno.

Intanto il mio cuore non friccica più ma non demordo e passo al terzo punto: la selezione della compagnia aerea. Superato il secondo step, questa è una passeggiata. Esclusi tutti i transiti non consentiti, le vaccinazioni obbligatorie, i visti di transito e le tariffe da capogiro, il cerchio si restringe e mi lascio guidare dall’istinto. Finalmente stampo il mio biglietto!

Il quarto passo me lo risparmierei volentieri ma in questo momento storico è fondamentale: la ricerca dell’assicurazione sanitaria. Navigando tra i saliscendi di massimali, i tutto incluso che non includono niente e le mille esclusioni che cancellano la speranza di rivedere un solo centesimo, invoco qualche divinità che possa illuminarmi sulla scelta migliore. Chissà se è in ascolto…

Mi sento come una conchiglia catturata da un’onda anomala ma ormai manca davvero poco e mi lascio trascinare verso l’obiettivo. Scrivo sul calendario le scadenze dei vari tamponi ai quali dovrò sottopormi, stampo e raccolgo una decina di documenti compilati per la richiesta del visto e corro in ambasciata.

La funzionaria allo sportello mi osserva incuriosita, mi ringrazia per la precisione con la quale ho fornito i documenti e, con la stessa leggerezza di una foglia al vento, mi suggerisce di monitorare il sito perché proprio domani dovrebbero cambiare le regole per l’ingresso.

Non so come finirà la mia avventura, se riuscirò a uscire dall’Italia o se, una volta a destinazione, mi spediranno dritta a casa; infondo la pandemia è una realtà e dobbiamo imparare a conviverci gestendo i rischi e accettando le regole.

Dovrei sentirmi demotivata e senza più energie eppure, malgrado l’incertezza della partenza, mi crogiolo in un beato senso di felicità: ho scelto di osare sconfiggendo la paura,  il mio corpo è ancora in grado di produrre adrenalina e sono tornata ad emozionarmi immaginandomi catapultata in una cultura lontana.

Se viaggiare apre la mente, progettare il viaggio fa tornare il sorriso… non importa quando ma so per certo che un giorno su quell’aereo in decollo verso mete lontane, spalle al tramonto, ci sarò anch’io.